Atene, Dicembre 2018

Era 15 il novembre 2018, quando ricevetti la chiamata del caro Antonio, un mio amico fissato con i viaggi come me. Neanche un mese prima ero uscito dall’ospedale dopo diverse operazioni a causa di un incidente stradale, mi spostavo con le stampelle e avevo dolori forti. Pensadoci ad un anno e mezzo di distanza, non dico di aver superato tutto e che ci sia la normalità, ma c’è stato un grande passo in avanti, oltre le aspettative.

Il buon Antonio mi riferifa che aveva trovato dei biglietti aerei a prezzi stracciati per andare ad Atene, precisamente un mese dopo. Incurante delle mie condizioni fisiche risposi con un grande SI. Che incosciente! Abbandonai le stampelle dieci giorni prima della partenza e la mia camminata era molto incerta, traballavo. Per questa volta preferii non portarmi la mia cara reflex, a malincuore, ma il mio amico Giulio(colui che mi cura anche questo sito) mi mise a disposizione la sua Panasonic G7.

Partimmo.

La Grecia è sempre stato uno di quei posti in cui sognavo di andare, in particolare ad Atene rispetto a mete più gettonate come Santorini e co. in quanto mi affascinava di più andare a vedere e toccare con mano ciò che avevo studiato al liceo e poi all’università riguardo la civiltà Ellenica. La meta turistica non era tra le mie intenzioni.

Atene è una città con tratti orientale, mi ricorda molto Istanbul. La popolazione è multiculturale, vi sono comunità Turche e Arabe oltre a diverse minoranze europee. Dal punto di vista architettonico è tra quelle che stimola di più: oltre l’acropoli con il suo complesso di edifici, ci sono diversi punti altri monumenti sparpagliati nella città, come lo stadio Panatenaico o anche il tempio di Zeus, ma anche solo camminando in una via del centro si è inebraiti dal carattere cittadino.

Come spesso accade nelle città arabe, le vie sono strette e formano dei labirinti con maglia molto fitta che è possibile comprendere solo attraverso una visione da una zona sopraelevata come l’Acropoli o il Licabetto, da cui è stata scattata la foto che segue.

Una delle imprese fatte, ovviemente fu la salita all’Acropoli, che fu come un calvario. Di solito di fa in una ventina di minuti, noi in un’oretta, ma vittoriosi arrivammo sulla sommità. Ne valse la pena. La gioia di riuscire ad essere arrivati fino al li, era tantissima. Chi l’avrebbe mai detto che una persona con un femore rotto avrebbe fatto quella salita?

La parte inaspettatamente fantastica di questo viaggio fu la cucina, sia a me che al mio compagno di viaggio piace mangiare e provare specialità culinarie locali fu divertimento. I piatti a base di carne sono quelli più comuni, come per esempio il kebab, da non confonderlo con la nostra idea di kebab. Precisamente si chiama souvlaki kebab e si tratta di spiedini di carne morbissima, non la carne sfilacciata dentro un panino o una piafina che si chiama invece Gyros. Non poteva mancare la classica insalata greca e infine le tipiche salse.
Eravamo così assueffatti dalla carne di lì che una mattina abbiamo fatto colazione con un pita Gyros con carne, cipolla, pomodori, patatine fritte, salse varie.

+2 KG in 5 giorni.

La Panasonic G7, è una mirrorless micro 4/3, con un sensore a crop 2x. Abbianto ad un 14-42mm diventava un 28-85mm equivalente. Ovviamente f3.5-5.6. Non sono abituato a questo genere di attrezzatura ma la necessita di avere poco peso fu il fattore influenzante: camera + obiettivo pesavano 500g circa, contro 1300g di una D750 + 17-35mm per esempio. Ora non ho problemi a portare diversi kg sulle spalle per tutta una giornata.
Dal punto prestazionale, ovviamente non mi aspettavo moltissimo, fa il suo dovere, soprattuto con un obiettivo tuttofare come quello: foto da viaggio, foto ricordo. Non era mio intento andare a produrre foto di altre tipologie, come mi è capitato nei viaggi succcessivi. I file Raw non sono trattibili al livello delle camere Nikon che ho, però non mi sento di dire che sia una fotocamera da buttare, semplicemente non viene incontro alle mie esigenze. Anche il formato immagine 4/3 nativo non mi entusiasma quanto il 2/3. La verità è che sono troppo in amore con il sensore Full Frame per vedere alternative valide. Dal punto di vista video invece, la G7 è stranamente utile, ottima qualità dell’immagine.

Vale la pena andare in una città come questa, anche solo per il cibo. E’ economica, ci sono tante cose da vedere e la sera la città è viva. Spero di tornarci per godermi di più tutto, con meno fatica magari.
Un ringraziamento va ad Antonio, che mi ha supportato in un momento difficile, che sopportato in un viaggio che se fosse stato per lui sarebbe stato molto più sciolto. Mi spronava a non fermarmi e mi ha dato forza per superare le difficoltà che il viaggio ha comportato. Un fratello, oltre che un amico.

giogiovanni

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