La fotografia di architettura

Negli ultimi mesi, parte del mio tempo è stata impiegata per la realizzazione di servizi fotografici di architettura, in particolare di interni. Lavoro per Engel & Völkers, una nota agenzia immobiliare, che mi commissiona questo genere di lavori al fine di vendere gli immobili; oltre loro anche privati che vogliono mettere le loro abitazioni in piattaforme come AirB&B o Booking ed infine per servizi online che lavorano direttamente per i siti sopra citati.

Insomma si tratta di fotografia pubblicitaria, il cui fine è vendere un oggetto o un servizio.

La fotografia di architettura è qualcosa di molto tecnico. Si usa quasi sempre un treppiedi perchè si ha bisogno di mantenere le linee dei muri lontano da errori prospettici, ma sopratutto perchè è un tipo di fotografia che non ha bisogno di velocità, ci si può prendere il tempo che si vuole.
Questo aspetto è il punto forte, il perchè mi piace questo genere.

Mi rilassa.

Si, perchè sono un amante dell’architettura, degli spazi, di come vengono gestiti ed arredati.
E di solito sono in ambienti curati, di un certo pregio, che appagano visivamente.
Ho una laurea magistrale in Architettura, che mi aiuta a capire meglio gli spazi e del perchè sono state fatte scelte progettuali invece di altre che poi rappresento in fotografia.
Cerco di fare uscire il meglio.

La tecnica fotografica in un servizio del genere è fondamentale, spesso in presenza di una finestra o di una qualsiasi apertura dove si vede l’esterno, si ha una differenza di luce enorme: fuori molto luminoso, dentro più buio. Ma bisogna fare vedere l’esterno senza trascurare l’interno.

Si tratta di una tecnica in cui si devono scattare più fotografie, con esposizioni diverse(per i meno avvezzi: “a luminosità diverse”) e poi unirle per creare una immagine unica, dove non ci siano parte buie. Come nell’immagine qui sopra, unione di 3 fotografie.
Oltre alla cura in fase di scatto, una parte fondamentale è la postproduzione.
Questa tipologia di unione si chiama HDR, il bracketing è la tecnica di scatto.

Uno smartphone fa questo lavoro in automatico. Peccato non abbia una qualità paragonabile ad una reflex.

Gli interni sono le parti più fotografate e richieste. Bisogna avere cura di tutto: la scena deve essere ordinata, luminosa ma non eccessiva e quasi sempre deve sembrare più grande di quello che è realmente. Si utilizzano obiettivi grandangolari che aiutano ad inquadrare meglio ambienti ampi e li fanno sembrare molto più grandi.
Più un obiettivo è grandangolare, più sembrerà grande l’ambiente inquadrato.
Non ci credete? quando usate la camera grandangolare del vostro smartphone avrete una idea di ciò che sto dicendo.
Il problema è che le linee laterali spesso si curvano a causa della distorsione della lente, facendo apparire un muro diritto, come un’onda.
Per fortuna in post produzione si risolve tutto.

Prossima volta ci concentreremo sull’attrezzatura da utilizzare e sulle difficoltà che si incontrano, perchè in questo articolo ne ho parlato fin troppo bene.

Penso che sia un argomento da trattare, questo della fotografia di architettura, perchè spesso sottovalutato, ogni giorno ci capita di vedere questo genere fotografico ma non si ha idea della cura e del tempo che occorre per la sua realizzazione.

giogiovanni

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